Confartigianato pone dubbi sulla disciplina transitoria per la cessione del credito e lo sconto in fattura e chiede la revisione della norma.
La nostra Associazione ha predisposto uno Sportello per ottenere le attestazioni tecniche e apporre il visto di conformità attraverso il CAF
Confartigianato Cremona, pur condividendone la finalità di contrastare l’uso distorto degli incentivi del settore casa, evidenzia il proprio disaccordo con le previsioni del Decreto Legge n.157 del 11 novembre 2021 “Misure urgenti per il contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche”, cosiddetto Decreto Anti-frodi, che, con la stretta delle maglie delle procedure di controllo preventivo e l’introduzione di nuovi adempimenti a carico di imprese e consumatori finali, ha causato il blocco della cessione crediti. Per questo si attende un fondamentale chiarimento: se l’asseverazione di congruità riguardi anche le spese effettuate prima del 12 novembre 2021.
Il decreto infatti ha introdotto due nuovi obblighi:
- il visto di conformità da parte CAF e Professionisti e
- l'Attestazione di congruità da parte di tecnici.
Sul primo punto sono già diffuse istruzioni. Si tratterà di un controllo documentale.
Sul secondo punto si attendono chiarimenti riguardo i controlli che i tecnici dovranno effettuare ma sicuramente andrà attestata la congruità delle spese facendo riferimento ai prezzari regionali e prezzari DEI (punto 13, DM 6 agosto 2020).
E’ sicuramente chiaro che i contribuenti che comunicano all’Agenzia Entrate cessione crediti o sconto in fattura anche relativi ad interventi eseguiti prima dell’entrata in vigore del Decreto debbano munirsi del visto di cui al punto n.1.
In via transitoria sembra che questo visto sia l’unico da apporre per gli interventi svolti ante 12 novembre 2021. L’attestazione tecnica, stando ad un interpretazione letterale, potrebbe riguardare solo le spese sostenute successivamente al 12 novembre.
Per prudenza si attendono chiarimenti ulteriori relativamente a tali obblighi, ma intanto Confartigianato sta operando a tutti i livelli e sui tutti i tavoli di concertazione, nazionali e locali, per modificare questa norma che rischia di bloccare un mercato che stava appena iniziando a intravvedere i primi segnali di ripresa dopo il Covid.
«Si tratta di un provvedimento che, da un giorno all’altro e senza alcun preavviso, ha posto nuovi oneri improvvisi e sproporzionati – sottolinea il Presidente di Confartigianato Cremona Massimo Rivoltini – con il risultato che sta procurando in tutta Italia il blocco dei cantieri, delle fatturazioni e l’impossibilità di rendere liquidi i crediti già riconosciuti ai propri clienti attraverso il meccanismo dello sconto in fattura, ma non ancora comunicati all’Agenzia delle Entrate».
«Sono molte le ragioni per cui, secondo noi, il provvedimento non solo non è idoneo, ma non è nemmeno applicabile, e quindi deve essere modificato – precisa Rivoltini. In primis perché è stato introdotto in modo improvviso, entrando “a gamba tesa” in una situazione di mercato con contratti già siglati, cantieri aperti e costi già stabiliti, senza consentire alle imprese di organizzarsi per far fronte ai nuovi adempimenti, e anzi con controlli anche sul pregresso.
In secondo luogo, questa nuova norma rischierebbe di addossare alle imprese, in particolare alle più piccole, ingenti costi spesso ingiustificabili in rapporto all’importo del bene installato, rischiando di azzerare, soprattutto per i lavori più piccoli, il beneficio stesso. Sto parlando sia di costi direttamente legati alla pratica del visto di conformità e della asseverazione della congruità delle spese, sia di quelli che possono derivare dalle lungaggini burocratiche per richiedere i documenti necessari, con conseguenti blocchi e rallentamenti a cui i lavori verrebbero necessariamente esposti.
Il terzo punto è che non saranno solo le imprese ad avere problemi, ma l’intero mercato. Il provvedimento, con riferimento soprattutto alle asseverazioni sulla congruità dei prezzi, è ancora molto vago e con delle zone d’ombra su diversi aspetti. Non è ancora ben chiaro quali soggetti possano eseguire tale certificazione, quale contenuto debba avere e se debba essere redatta su modelli predefiniti, come avviene già per il Superbonus 110%. Si è creato quindi un vuoto normativo che perdurerà per i prossimi mesi e che sta andando a toccare anche tutto il settore dei tecnici, nessuno dei quali, al momento, si prende la responsabilità (che ricordiamo è di carattere civile e penale) di rilasciare un’asseverazione, vista l’incertezza dei termini».
«Siamo in un limbo – conclude il Presidente – e dobbiamo uscirne al più presto. Per questo Confartigianato Cremona, senza tralasciare di attivarsi anche con interlocuzioni con i vari tecnici e con le amministrazioni interessate, chiede a tutti i parlamentari del territorio di attivarsi in sede di conversione per introdurre emendamenti che correggano le storture del provvedimento, in primis con uno slittamento della decorrenza, ma anche con una revisione degli adempimenti richiesti, in modo da evitare adempimenti troppo gravosi, anche allo scopo di non compromettere il volano degli incentivi che sinora hanno contribuito con forza alla ripresa»
Nel frattempo, in risposta alla problematica che il Decreto ha ingenerato, per tutte le imprese appartenenti al Gruppo Casa gli Uffici di Confartigianato Cremona sono pronti per apporre il visto di conformità come CAF e mettono in campo l’apertura di un nuovo Sportello al quale fare riferimento per ottenere le attestazioni tecniche.
Per informazioni e contatti chiamare lo 0372 598811.